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Lo strumento della mozione di sfiducia individuale al Ministro

Lo strumento della mozione di sfiducia individuale al Ministro

Il 25 luglio 2019 il Partito Democratico ha presentato la mozione di sfiducia n. 1-00232 al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per la vicenda legata a presunti fondi provenienti dalla Federazione Russa al partito di cui è Segretario federale, la Lega. La possibilità, per il Parlamento, di sfiduciare un singolo Ministro, deriva dalla lettura combinata degli articoli 94 e 95 della Costituzione. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera (art. 115 reg. Camera) o del Senato (art. 161 reg. Senato) e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. 

Il team Public Affairs di Reti ha analizzato le mozioni di sfiducia individuali presentate negli anni ai Ministri della Repubblica Italiana a partire dal 1984, quando, durante la cosiddetta Prima Repubblica (IX Legislatura), per la prima volta nella storia il Senato, il 30 ottobre 1984, fu chiamato ad esprimersi sulla mozione di sfiducia avverso l’allora Ministro degli Esteri Giulio Andreotti. Da allora, il ricorso a tale istituto è divenuto una prassi.

Dal 1984 ad oggi sono state discusse in Aula, alla Camera o al Senato, mozioni di sfiducia individuali al Ministro in 22 occasioni. Nel corso della XVII legislatura (2013-2018) si è registrato il maggior numero di mozioni di sfiducia individuali discusse: ben 5.

Si tratta di uno strumento politico efficace? Qui l’analisi di Reti